martedì 9 dicembre 2025

Patrimonio Unesco: cresce l’attesa in vista della decisione finale

 

La Cucina Italiana candidata a Patrimonio Unesco: cresce l’attesa in vista della decisione finale

Nel   2023 il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e il Ministero della Cultura hanno lanciato la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO. Una candidatura che non riguarda una singola ricetta o uno specifico piatto, ma proprio quel momento di condivisione diventato un vero e proprio modello culturale, fatto di esperienze comunitarie, scelta consapevole delle materie prime, trasmissione di tecniche e saperi di generazione in generazione, rispetto delle stagioni e dei territori e, soprattutto, di convivialità.

Come precisa il dossier presentato, non esiste un’unica cucina italiana, poiché questa è in realtà un mosaico di diversità espressive locali che fa sì che in ogni territorio si esprima una pratica sociale che ha anche una valenza sentimentale. Preparare una pietanza, infatti, non è solo cucinare ma è anche espressione di un sentimento e di un racconto, è un prendersi cura di chi consumerà quel pasto. D’altronde, come si suol dire, “si cucina sempre pensando a qualcuno, altrimenti stai solo preparando da mangiare”.

La cucina italiana è una storia collettiva, scritta ogni giorno nelle case, nelle comunità e nei territori e, essendo in corsa come fenomeno tout court, qualora dovesse ricevere un semaforo verde nei prossimi giorni diventerebbe la prima cucina al mondo ad ottenere, nel suo complesso, il riconoscimento a Patrimonio Immateriale dell’Unesco.

A differenza di altri riconoscimenti gastronomici Unesco, tale candidatura celebra un’intera tradizione culinaria fatta anche e soprattutto di quotidianità. La cucina italiana è infatti la “cucina degli affetti”, in grado di trasmettere memoria, cura, relazioni e identità, raccontare storie di famiglie e di un’intera comunità proprio attraverso il cibo.

Riconosciuta anche a livello internazionale, come identificato anche dal Deloitte Foodservice Market Monitor 2025, nel 2024 la cucina italiana ha raggiunto un valore complessivo di 251 miliardi di euro, con una crescita del 4,5% su base annua, rappresentando il 19% del mercato globale dei ristoranti con servizio, con particolare rilevanza negli Stati Uniti e in Cina. Inoltre, nel nostro Paese la filiera agroalimentare – fatta di produzione, industria alimentare, distribuzione, servizi food – pesa circa il 15% del PIL nazionale.

Con il logo ufficiale della candidatura, che rappresenta la mano di un cuoco “spadella” insieme a simboli del territorio e personaggi della cultura, e l’inno ufficiale intitolato “Vai Italia” scritto da Mogol, non ci resta quindi che attendere la votazione del 10 dicembre per scoprire se questo fenomeno a noi così caro riuscirà a conquistare il riconoscimento che merita.





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