lunedì 4 agosto 2025

Cianciana celebra l’identità territoriale con l’audizione pubblica “Borgo GeniusLoci De.Co.”


Un successo di partecipazione per la Sagra del Raccolto dei Grani Antichi, tra cultura, sapori e riconoscimenti.


 

Un viaggio nei sapori, nella memoria e nell’identità di un territorio autentico:   con grande partecipazione la Sagra del Raccolto dei Grani Antichi, Cereali e Legumi, che ha visto la cittadina di Cianciana protagonista di un evento culturale di rilievo nazionale.


Fulcro della giornata  è stata l’audizione pubblica “Cianciana Borgo GeniusLoci De.Co.”, promossa nell’ambito del percorso della Rete Nazionale dei Borghi GeniusLoci De.Co., un'iniziativa finalizzata alla valorizzazione delle eccellenze territoriali e delle tradizioni locali attraverso la Denominazione Comunale (De.Co.).

Durante l’evento, è stato conferito al Sindaco di Cianciana il prestigioso riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale”, con la seguente motivazione:
“Alla laboriosa Comunità di Cianciana si conferisce il riconoscimento di ‘Custode dell’Identità Territoriale’ per aver saputo preservare e tramandare il Genius Loci”. 


 

A seguire   la consegna della bandiera della Rete Nazionale dei Borghi DeCo e la sottoscrizione del Memorandum  del Borgo,   la costituzione della Comunità del Genius Loci DeCo

 

L'iniziativa ha registrato la partecipazione di importanti esponenti del mondo istituzionale, agricolo e culturale,con interventi focalizzati al racconto dell'identità territoriale tra cui:

·         Francesco Martorana, Sindaco

·         Paolo Manzullo, Assessore all’Agricoltura

·         Pino D’Angelo, Presidente del Movimento “Terra è Vita”

·         Baldassare Riggio, Ingegnere

·         Giuseppe Bosciglio, Perito Agrario

·         Francesca Cerami, Presidente di IDIMED

·         Nino Sutera, coordinatore della Rete Nazionale Borghi GeniusLoci De.Co.

A condurre l’evento con professionalità e sensibilità è stata la giornalista Rosy Abruzzo.

Il significato del GeniusLoci e della De.Co.

Nel corso dell’incontro, Nino Sutera ha illustrato la filosofia del percorso “Borghi GeniusLoci De.Co.”, pensato per contrastare la crescente omologazione imposta dalla globalizzazione.
“Il Genius Loci rappresenta l’essenza di un territorio: immagini, sapori, profumi, ma anche il sapere e il fare della sua comunità. Raccontare i territori attraverso i loro prodotti identitari significa proteggerli e valorizzarli” – ha spiegato Nino Sutera.

Il modello De.Co., ideato da Luigi Veronelli, grande gastronomo e promotore delle culture locali, si fonda su cinque principi fondamentali: Territorio, Tradizioni, Tipicità, Tracciabilità e Trasparenza, e si sviluppa in dodici tappe, tra cui le audizione pubblica.

L’applicazione concreta di questo percorso è un esempio di come le tradizioni locali possano trasformarsi in strumenti di sviluppo economico, culturale e turistico, capaci di generare nuove economie sostenibili legate all'identità.

Una comunità protagonista

La Sagra del Raccolto ha così ribadito l’impegno della comunità di Cianciana nella salvaguardia delle sue radici e nella promozione delle sue eccellenze. Un momento di festa, ma anche di riflessione e strategia, che ha messo in luce il valore del patrimonio immateriale e del cibo come veicolo di cultura, attraverso l'unicità degli elementi identitari, in primis il cece rosso di cianciana, ma anche l'ulivo pidicunnara  

 

 Il Cece rosso di Cianciana, dopo anni di ricerche e studi è tornato ad avere uno spazio nella platea della biodiversità siciliana. Si tratta di un genotipo locale, che si distingue da quello comune per alcune caratteristiche morfologiche ed organolettiche particolari.

Questo legume è coltivato secondo memoria e traccia storica nel territorio di Cianciana dagli inizi del 1900, quando era coltivato nei piccoli orti familiari in cui le famiglie coltivatrici, oltre alla coltivazione, si scambiavano e autoconsumavano la granella.

Il cece rosso di Cianciana è una popolazione antica, è un legume di particolare riferimento storico e culturale, in cui il seme stesso raccolta la storia di un territorio. Si tratta di una popolazione e non di una varietà/cultivar; infatti, negli appezzamenti si assiste a variabilità morfo-fisiologica. Nel tempo non si è mai pensato ad una selezione massale, forse è per questo che ad oggi la popolazione risulta in equilibrio.

La coltivazione non ha mai interessato i grandi appezzamenti ma una coltivazione di nicchia. Viene seminato in postarelle (a fussuni) o a fila (a surcu chinu). È sensibile alla spaccatura infatti tutte le operazioni colturali come semina-raccolta vengono effettuate a mano o con l’ausilio di attrezzatura varia. Forse è questo il reale motivo che ne tempo si è rischiato l’estinzione.

La particolarità di questo legume è contenuta nella granella. Oltre al contenuto proteico che è superiore al 20%, presenta un alto contenuto di antocianina, antiossidante per eccellenza. I piatti tipici che è possibile preparare sono la zuppa e la frascatula (polenta). La zuppa trovava vari usi, come piatto a fine giornata ricco e buono. La frascatula servita a colazione o per cena, definita da tempo come il gusto che non annoia mai, perché anticamente venivano utilizzate le essenze del periodo (calendario di raccolta) come il finocchietto selvatico, fave verdi, pomodori etc. Oggi il consumo si sta evolvendo verso le insalate fredde, vellutata con verdure e verso anche la panella rossa, dal gusto morbido e dolce. Proprio a Cianciana, ogni anno e precisamente il 31 luglio viene celebrata la “sagra del raccolto”, detta anche “mangiata di ciciri e favi”, con la degustazione di grani antichi, e legumi di ogni genere. La sagra, che è un momento di festa particolare per la città, ha il significato più profondo del ringraziamento della popolazione alla Madre Terra per l’abbondanza del raccolto.

Federico Pace, agronomo e ricercatore, insieme alle aziende agricole di Matteo Riggio (azienda capofila), Francesco Cimino, Antonio Giannone, e Caterina D’Angelo, sono i custodi di questo preziosissimo legume che per anni è stato coltivato negli orti di famiglia. La sopravvivenza del cece rosso si deve a questi agricoltori devoti alla terra. Senza di loro, la presenza di questo prezioso legume sarebbe venuta meno ed è grazie all’impegno di questi produttori locali, che negli ultimi anni questo legume è stato recuperato e tornato nuovamente nelle tavole di molti consumatori per regalare, ora come allora, il suo sapore e le sue proprietà. Grazie al loro instancabile lavoro sono arrivati vari riconoscimenti, tra cui il PAT.

Infatti nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 67 del 21-3-2022 Suppl. Ordinario n. 12, è stato pubblicato il ventiduesimo aggiornamento dell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, (art.12 co.1, della legge 12 dicembre 2016, n. 238), nel quale, nella tipologia “prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati” n. 55, è stato inserito il “Cece rosso di Cianciana – Ciciru russu di Cianciana”. Finalmente Cianciana si riappropria, grazie ai suoi contadini custodi, del dimenticato genotipo locale anticamente conosciuto come “Cece rosso”.  


































 

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