C’è un filo sottile, ma tenace, che lega la storia dei legumi siciliani al respiro antico della terra di Morgantina. Su quelle colline, tra le pietre che raccontano di una Sicilia greca e contadina, la cicerchia di Aidone torna oggi a essere simbolo di rinascita culturale e agricola. Un seme umile, ma portatore di una memoria che affonda nei secoli, custode silenzioso dell’identità rurale della Sicilia interna.
Proprio ad Aidone, nelle scorse settimane, si è svolta un’audizione pubblica dedicata alla valorizzazione della cicerchia, alla presenza di amministratori, studiosi, produttori, rappresentanti del mondo agricolo e del percorso dei Borghi GeniusLoci De.Co.. Un incontro che ha rappresentato non soltanto un momento di approfondimento tecnico e scientifico, ma soprattutto un atto di riconoscimento collettivo: la volontà di restituire dignità e futuro a una coltura che appartiene al DNA agricolo e culturale del territorio.
La cicerchia di Aidone è una popolazione locale di leguminosa minore tuttora coltivata nella provincia di Enna, in particolare nei comuni di Aidone e Nicosia. La riscoperta di questa coltura risponde al bisogno crescente, da parte dei consumatori e delle comunità, di ritornare ai sapori autentici e alle produzioni tradizionali che il mercato globale aveva relegato ai margini, a causa della modernizzazione agricola e della perdita di biodiversità.
Un legume antico come la memoria di Morgantina
La presenza della cicerchia in Sicilia è documentata da secoli. Le testimonianze risalgono al IV secolo nella città siculo-ellenica di Morgantina, e una delibera municipale del 1853 ne attestava il valore economico attraverso la “meta dei circionoli” — con ogni probabilità un riferimento diretto alla cicerchia. Conosciuta in dialetto come Ciciruòcculu, Rumanedda o Ianga ’e vecchia (“molare di anziana”, per la forma dei semi), la cicerchia ha accompagnato la vita quotidiana delle famiglie siciliane per generazioni, entrando a pieno titolo nella cultura gastronomica popolare.
Le principali aree di coltivazione si trovano nell’altopiano ibleo, nel territorio di Licodia Eubea (CT), e nell’area interna dell’Ennese, con epicentro nei comuni di Aidone e Nicosia. In queste terre di colline e grano, la cicerchia ha trovato il suo habitat ideale, diventando parte di un paesaggio agricolo di memoria, dove la coltivazione non è solo attività economica, ma gesto identitario.
Un patrimonio genetico e nutrizionale da custodire
Le attività di caratterizzazione genetica e agronomica condotte dal CREA-CI di Acireale hanno confermato le straordinarie qualità di questa leguminosa: un elevato contenuto proteico (27-28%), un ottimo apporto di fibre solubili e insolubili (5-7%), ricchezza di minerali, vitamine e polifenoli, con un bassissimo contenuto di grassi e zuccheri. Queste caratteristiche rendono la cicerchia un alimento funzionale di grande valore nutrizionale, capace di soddisfare le esigenze del consumatore moderno attento alla salute e alla sostenibilità.
Il CREA ha inoltre sviluppato innovativi prodotti derivati, come il pane fortificato con farina di cicerchia (10%), ad alto contenuto di fibre, accanto a un repertorio gastronomico che spazia dalle crespelle alle frittelle, dalle crostate ai biscotti, fino ai budini e alle torte salate: una varietà di preparazioni che testimonia la versatilità di un ingrediente capace di coniugare tradizione e creatività contemporanea.
Un valore economico, ambientale e culturale
La rinascita della cicerchia di Aidone non è solo un fatto agricolo, ma una questione di identità e di visione territoriale. Dal punto di vista economico, il prodotto rappresenta una nicchia di qualità in grado di generare valore per i produttori locali. Dal punto di vista ambientale, la coltura della cicerchia è “miglioratrice”: arricchisce il terreno di azoto, favorisce la rotazione e la fertilità, contribuendo alla sostenibilità degli ecosistemi agricoli.
Ma il significato più profondo di questa rinascita va oltre i dati e gli indici produttivi. La cicerchia è oggi un simbolo di resilienza culturale, una delle “colture identitarie” che i Borghi GeniusLoci De.Co. intendono tutelare e promuovere come elementi costitutivi del patrimonio territoriale. Aidone, con il suo legume e con la partecipazione attiva della comunità, si inserisce pienamente nel percorso nazionale dei Borghi GeniusLoci De.Co., che riconosce nei prodotti, nelle pratiche e nei saperi locali le fondamenta di una nuova economia della memoria.
Un futuro radicato nella terra
L’audizione pubblica di Aidone ha dunque rappresentato un momento di svolta: non un semplice incontro tecnico, ma un laboratorio di comunità dove il sapere scientifico, l’esperienza contadina e la visione culturale dei Borghi De.Co. si sono incontrati per costruire un progetto condiviso di valorizzazione.
La cicerchia di Aidone diventa così emblema di un nuovo modo di intendere lo sviluppo locale, in cui agricoltura, cultura e identità si intrecciano. È il seme di un futuro che germoglia dalla tradizione, un esempio virtuoso di come il cibo possa tornare a essere strumento di coesione, consapevolezza e racconto del territorio.
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