venerdì 5 dicembre 2025

New Delhi 10 dicembre

 

 VAI ITALIA

L’UNESCO – l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura – ha espresso parere positivo sulla candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità, presentata dal Governo italiano il 23 marzo 2023.


                           

 

La decisione finale verrà presa dall’8 al 13 dicembre prossimo durante la riunione del Comitato intergovernativo dell’UNESCO a New Delhi (India).

Se la cucina italiana dovesse essere proclamata patrimonio mondialel'impatto sulle presenze turistiche sarebbe immediato. Le valutazioni indicano incrementi realistici tra il 6% e l'8% nei primi anni successivi al riconoscimento, per poi assestarsi su una crescita più moderata, tra il 2% e il 3%, nell'arco dei cinque anni successivi. 

È quanto emerge dalle stime elaborate dalla Federazione italiana esercenti pubblici e turistici (Fiepet) Confesercenti su dati Banca d'Italia, Unioncamere e Movimprese,  



Una sfida iniziata una decina di anni fa e diventata organizzata il 23 marzo 2023, quando il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e il Ministero della Cultura hanno formalizzato la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO. A far da cassa di risonanza, da quel momento, sono stati: l’Accademia Italiana della Cucina (fondata nel 1953): oltre 220 sedi in Italia, 80 all’estero e più di 7.500 accademici; la Fondazione Casa Artusi (fondata nel 2007): promuove la cucina di casa italiana secondo l’eredità di Pellegrino Artusi; La Cucina Italiana (fondata nel 1929): la rivista gastronomica più antica al mondo ancora in edicola. A loro si sono affiancati i cuochi italiani con le loro varie associazioni creando una comunità forte, per una volta coesa.

  La candidatura italiana celebra un’intera tradizione culinaria quotidiana, diffusa e non legata a un singolo rito o piatto. La cucina italiana è la “cucina degli affetti”: trasmette memoria, cura, relazioni e identità, raccontando storie di famiglie e comunità attraverso il cibo.
Pur nelle mille e mille diversità di interpretazione di una ricetta, diversità dettate dal territorio, dalla storia, dalla geografia, il filo che lega la cucina italiana è dato da una pratica sociale che ha anche una valenza sentimentale perché preparare una pietanza è espressione di un sentimento e di un racconto ma anche un prendersi cura di chi consumerà quel pasto.
Cosa accadrà il 10 dicembre nessuno è in grado di predirlo ma una cosa è certa, questa candidatura mette un punto fermo, comunque finisca, sul grande valore che la cucina italiana si è conquistata nel mondo  

La cucina Italiana nel mondo (Fonte Deloitte Foodservice Market Monitor 2025), nel 2024 ha raggiunto un valore complessivo di 251 miliardi di euro, con una crescita del +4,5% su base annua e rappresenta il 19% del mercato globale dei ristoranti con servizio, con particolare rilevanza negli Stati Uniti e in Cina, che insieme coprono oltre il 65% dei consumi globali di cucina italiana.
L’impatto che avrà il riconoscimento UNESCO sulle presenze turistiche sarebbe immediato: un incremento tra il +6% e +8% nei primi anni; una crescita più moderata tra il +2% e +3% nei cinque anni successivi; circa 18 milioni di presenze turistiche in più in due anni.
È necessario attrezzarsi, anche perché il risultato mediatico già c’è e sta producendo risultati importanti, basti pensare ai flussi di turismo enogastronomico che 2024 il turismo enogastronomico ha generato un business pari a 40,1 miliardi di euro, con una crescita del +12% rispetto al 2023 e del +49% rispetto al 2016.
E qui si apre un altro capitolo: quello dell’italian sounding che genera 120 miliardi di fatturato nel mondo: da un lato una conferma del valore del brand Italia, dall’altro l’assoluta necessità di tutelare e far conoscere sempre di più i prodotti rigorosamente autoctoni

 Il turismo legato alle produzione di eccellenze e alla nostra cucina, candidata a Patrimonio Unesco, è un'opportunità che dobbiamo saper cogliere pienamente, trasformandola in una leva strategica per la tutela e la crescita dei nostri territori, per valorizzare il legame inscindibile tra i prodotti agroalimentari di qualità e il loro territorio di origine 

 L'Italia potrebbe essere la prima nazione a vedere la sua cucina riconosciuta come elemento fondamentale per il pianeta, in tutti i suoi ovviamente pilastri dai produttori, dagli allevatori, dagli agricoltori, dai pescatori, fino ai nostri trasformatori, ai cuochi, ai ristoratori, ai personale di sala, agli imprenditori, ma tutto è legato alle differenze che nel nostro territorio esistono che vengono portate però poi a un unicum, il Made in Italy    

Tremila anni di contaminazione hanno permesso di trasformare e portare questa esperienza autentica, straordinaria, fatta di tradizione,  qualità  e identità




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