lunedì 12 ottobre 2015

Mediterranean Diet o diet of globalization?

       

 


Nell’era della globalizzazione, una buona parte degli alimenti base della dieta mediterranea sono importati da aree  che distano dai 3000 ai 5000 Km, per non parlare delle mutazioni genetiche naturali e indotti,  dei pesticiti consenti altrove e vietati in Italia,  ed ecco la proposta, non è più coerente rinominarla " dieta della globalizzazione" ?

 
Pane, pasta, frutta, verdura, moltissimi legumi, olio extra-vergine di oliva, pesce e pochissima carne. Ecco gli ingredienti della Dieta Mediterranea, dichiarata dall'Unesco “Patrimonio orale e immateriale dell'umanità”. La ragione dell'onorificenza è la ricaduta positiva che la Dieta Mediterranea possiede nei confronti della salute. Ma sapete chi fu il primo a dimostrarne l'efficacia in maniera scientifica? Un italiano? No, lo statunitense Ancel Keys.

Onestà intellettuale vuole, che  analizzando sotto l'aspetto chimico, fisico, ma anche genetico, gli elementi base della dieta mediterranea  di oggi, niente hanno a che fare con quelli individuati da Keys.  

Periodicamente il mediterraneo si alterna da teatro di morte, per chi cerca di attraversarlo per una vita migliore, in mega-trovata geniale per tanti improvvisanti strateghi dello sviluppo, più attenti ad intercettare sovvenzioni pubbliche, che occuparsi concretamente delle criticità e delle opportunità derivante dal riconoscimento UNESCO  

Nato nel 1904 a Colorado Spring, fu biologo, fisiologo e nutrizionista presso l’Università del Minnesota. Inviato al seguito delle truppe durante la Seconda guerra mondiale si occupò, per conto del Ministero, di un ampio programma sull'alimentazione.

Durante il suo soggiorno italiano partecipò al primo “Convegno sull'Alimentazione” che si tenne a Roma nei primi anni '50. Alla presenza dei massimi esperti, Keys rimase affascinato dal dato della bassa incidenza di patologie cardiovascolari e di disturbi gastrointestinali della regione Campania e dell'isola di Creta.

Una correlazione che doveva in qualche modo essere spiegata scientificamente. Per questa ragione fu il promotore del primo studio pilota volto a chiarire il mistero. Ad essere sottoposti alle analisi fu la popolazione di Nicotera, in Calabria. Pochi anni più tardi, più precisamente nel 1962, si trasferì a Pioppi, una frazione del comune di Pollica, nel Cilento. Pioppi divenne il quartier generale dei suoi studi. Dopo decenni di indagini giunse alla conclusione che l’alimentazione a base di pane, pasta, frutta, verdura, moltissimi legumi, olio extra-vergine di oliva, pesce e pochissima carne era la responsabile dello straordinario effetto benefico sulla popolazione locale.

Questo tipo di alimentazione venne chiamata “Mediterranean Diet”, Dieta Mediterranea appunto. Tutti i risultati dei suoi studi vennero tradotti, in forma divulgativa, nel famosissimo libro “Eat well and stay well”, ovvero Mangiar bene e Stare bene. Un volume che fece rivoluzione a partire dagli Stati Uniti, suo paese d'origine.

Keys rimase a Pioppi per oltre 20 anni e morì, nel 2004, all'età di 100 anni. Sinonimo che la Dieta Mediterranea, sul suo inventore, funzionò in maniera davvero eccelsa.

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