martedì 14 ottobre 2025

la Cucina Italiana verso il riconoscimento dell’Unesco

 


 Il gusto come identità : In attesa della decisione di Nuova Delhi, l’Italia riscopre le sue radici nei Borghi GeniusLoci De.Co.


Nuova Delhi, 10 dicembre 2025.

Sarà in India che si deciderà il futuro di una delle più potenti espressioni dell’identità nazionale: la Cucina Italiana candidata a Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Un riconoscimento che va ben oltre le ricette, perché parla di cultura, territorio, economia e coesione sociale.

La candidatura, sostenuta dal Governo italiano e da centinaia di enti culturali, nasce per tutelare e valorizzare la tradizione gastronomica come patrimonio condiviso da oltre 140 milioni di persone. Ogni piatto, ogni rito, ogni gesto quotidiano in cucina racconta un frammento della nostra storia: la convivialità familiare, la trasmissione dei saperi, il legame indissolubile con la terra.



Una storia che profuma di pane e di memoria

Il percorso che ha condotto all’esame dell’Unesco è cominciato ufficialmente il 23 marzo 2023: un lungo viaggio fatto di consultazioni, ricerche, dossier, testimonianze.
La candidatura non descrive la cucina italiana come un insieme di ricette, ma come un sistema vivente di pratiche sociali. Dentro vi si trovano le domeniche in famiglia, le sagre di paese, i piatti delle feste, i gesti tramandati dalle nonne: un intreccio che lega la dimensione quotidiana alla storia collettiva del Paese.

La Cucina Italiana è patrimonio perché unisce, educa, trasmette. È linguaggio comune, rito di appartenenza e strumento di sostenibilità.



Economia del gusto: 251 miliardi di identità

Non è solo cultura, è anche economia.
Secondo le più recenti analisi, il comparto agroalimentare e gastronomico italiano vale nel mondo oltre 251 miliardi di euro. Ma dietro ai numeri c’è molto di più: ci sono territori che rivivono grazie al turismo enogastronomico, botteghe che rinascano, chef che portano nel mondo l’autenticità italiana.

Il riconoscimento Unesco diventerebbe una leva strategica per il Made in Italy, favorendo percorsi di innovazione, formazione e sviluppo sostenibile delle filiere locali.



Autenticità contro imitazione

Una delle battaglie centrali è quella contro il fenomeno dell’“italian sounding”: prodotti che imitano nomi e stili italiani, ma nulla hanno di autentico.
La candidatura Unesco punta a fornire una tutela simbolica e pratica, rafforzando il riconoscimento internazionale dei prodotti originali e lottando contro le falsificazioni che danneggiano l’immagine e l’economia del Paese.



Quando la musica incontra la tavola

A sostenere la candidatura anche voci note del panorama culturale italiano.
Al Bano e Mogol, ambasciatori spontanei della nostra tradizione, hanno scelto di prestare la loro immagine e la loro voce a questa sfida internazionale. Con concerti, interviste e testimonianze, hanno trasformato la cucina in racconto popolare, avvicinandola alle persone.

Il loro impegno dimostra che la cucina è un linguaggio universale, capace di unire mondi diversi: arte, musica, agricoltura, convivialità.



Sfide e prospettive

Non mancano le criticità: il rischio di “museificare” una tradizione viva, o di rappresentare alcune regioni più di altre.
Ma la vera sfida è mantenere un equilibrio tra tutela e innovazione, tra il valore del passato e la forza del futuro. L’Italia dovrà dimostrare che la sua cucina è un mosaico dinamico di culture locali, e non una semplice somma di piatti celebri.


Lezioni dal mondo

La Dieta Mediterranea, la cucina francese, l’arte del pizzaiuolo napoletano — già Patrimoni Unesco — insegnano che il riconoscimento non è un punto d’arrivo, ma un impegno permanente: serve educazione, formazione, consapevolezza collettiva.
La candidatura italiana si inserisce in questa scia, puntando a costruire un modello di tutela fondato sulla partecipazione delle comunità e sulla trasmissione dei saperi.


🌿 Il Genius Loci che nutre l’Italia


La Rete Nazionale dei Borghi GeniusLoci De.Co. come presidio del patrimonio gastronomico diffuso

Mentre l’Italia attende il verdetto di Nuova Delhi, un’altra rete lavora ogni giorno per dare radici concrete a questa candidatura: la Rete Nazionale dei Borghi GeniusLoci De.Co.
Un progetto che unisce decine di comuni italiani impegnati nella valorizzazione delle proprie produzioni locali, riconosciute attraverso la Denominazione Comunale(De.Co.), ideata dal giornalista Luigi Veronelli e oggi rilanciata dal Dott. Nino Sutera, ideologo del percorso Borghi GeniusLoci De.Co.

La filosofia è semplice ma rivoluzionaria:

“Il valore di un prodotto identitario non sta solo nella qualità, ma nella storia che racconta e nel legame con la comunità che lo produce.”

Ogni borgo, con il proprio genius loci, custodisce una parte della memoria gastronomica del Paese: pani rituali, dolci delle feste, formaggi d’altura, oli e vini di territorio.
Queste realtà rappresentano sentinelle dell’identità locale, dove il cibo torna a essere cultura, racconto, appartenenza.


Le 5 “T” del modello GeniusLoci

  • Territorio — la materia viva che definisce il sapore e l’identità;

  • Tradizione — i gesti e le ricette tramandate nel tempo;

  • Tipicità — la riconoscibilità che rende unico un prodotto;

  • Tracciabilità — il valore della trasparenza e della filiera corta;

  • Trasparenza — la partecipazione della comunità alla tutela e alla promozione.

È in questo intreccio che la Rete Nazionale dei Borghi GeniusLoci De.Co. trova la sua missione: trasformare il locale in patrimonio nazionale, e il patrimonio nazionale in esperienza universale.


Conclusione: la semina dei borghi, il verdetto del mondo

Il 10 dicembre sarà una data simbolica.
Che l’Unesco accolga o meno la candidatura, l’Italia ha già compiuto un passo importante: ha riscoperto la sua anima gastronomica come bene collettivo da proteggere e tramandare.

E se la decisione verrà da Nuova Delhi, la linfa vitale continuerà a scorrere nei borghi, nelle cucine delle famiglie, nei prodotti De.Co., nelle mani che impastano e raccontano.
Perché la vera Cucina Italiana Patrimonio dell’Umanità è quella che, ogni giorno, si rinnova dentro le comunità che la custodiscono.


 

Nessun commento:

Posta un commento