venerdì 19 settembre 2025

Santa Margherita di Belice “Borgo De.Co."



  Con delibera di giunta comunale è stato adottato l' itinerario culturale articolato in dodici tappe, che prende avvio dalle celebri Siringate, dolci identitari amatissimi dalla principessa Giovanna Filangeri, la quale a Santa Margherita di Belice era considerata e trattata come una regina.



Il progetto, ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus, si fonda su un modello che mette al centro cinque elementi chiave:

  • Territorio

  • Tradizioni

  • Tipicità (intese come specificità)

  • Tracciabilità

  • Trasparenza

Un approccio innovativo, capace di coniugare identità, relazionalità e valorizzazione, da vivere e condividere con la comunità e per la comunità.

📌 Approfondimenti:


Il valore del Genius Loci e delle De.Co.

«Il genius loci è il territorio della memoria, il nostro patrimonio, il valore più profondo della cultura mediterranea ed europea, ed è l’unico anticorpo che abbiamo rispetto alla cultura dell’indefinito globale» – afferma Nino Sutera.

Le De.Co. (Denominazioni Comunali), nate da un’intuizione di Luigi Veronelli, sono strumenti concreti di marketing territoriale e di recupero delle unicità locali. Esse rappresentano non soltanto un prodotto (piatto, dolce, sapere, evento, artigianato), ma un vero e proprio elemento identitario di comunità, capace di attrarre turisti e viaggiatori del gusto (foodies).

«Quando un cibo è ancorato al territorio – ricorda Sutera – non è solo esperienza culinaria ma esperienza totale. Coinvolge tutti i sensi e racconta la storia della comunità che lo ha generato».

Siringate: storia e leggenda di un dolce identitario

Il prof. Andrea Randazzo, storico, ha condotto una ricerca sulle origini delle Siringate, dolce simbolo di Santa Margherita di Belice.

La tradizione narra che, con l’arrivo degli Spagnoli nel 1516, la Sicilia conobbe i churros, dolci fritti simili nell’aspetto alle siringate ma diversi negli ingredienti:

  • i churros: acqua, farina, burro, uova, zucchero e sale

  • le siringate: ricotta, farina, miele, zucchero, uova, cannella e scorza d’arancia

Secondo la memoria popolare, fu la moglie di un pastore del feudo Meccina a sperimentare per prima la ricotta fritta nell’olio bollente, trasformando un alimento povero in un dolce capace di conservarsi per giorni. Nel tempo arricchì la ricetta con altri ingredienti, fino a ottenere la prelibatezza che conosciamo oggi.

La leggenda vuole che un giorno il conte Lucio Mastrogiovanni Tasca, marito della principessa Giovanna Filangeri, dopo una battuta di caccia scoprì per caso le siringate e ne rimase conquistato. La principessa stessa se ne innamorò e cominciò a offrirle nei suoi ricevimenti, diffondendone la fama.

Così, da dolce umile e contadino, le Siringate conquistarono nobili e popolani, diventando simbolo di identità collettiva per la comunità margheritese.



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