sabato 5 marzo 2016

De.Co. Quelli ...della cassetta degli attrezzi errata

 


 

  Le Denominazioni Comunali (De.Co.): tra l’intuizione di Luigi Veronelli e le derive super-burocratiche-inconcludenti


Premessa

Il dibattito attorno alle De.Co. (Denominazioni Comunali) si articola oggi su due modalità interpretative profondamente diverse:

  • la prima, autentica, ideata da Luigi Veronelli, che ne resta l’indiscusso padre;
  • la seconda, burocratizzata, che se ne attribuisce impropriamente la paternità, alterandone la visione originaria, con l’aggravante di trasformarli impropriamente in DE.C.O denominazione comunale d’origine, (avversate dal MISAF e dal buon senso)

La visione originaria di Luigi Veronelli

Secondo Veronelli, la De.Co. è un atto politico del Sindaco, attuato attraverso una semplice delibera comunale.
L’obiettivo era chiaro: certificare la provenienza dei prodotti identitari di un territorio e valorizzarne gli immensi giacimenti enogastronomici e culturali.

Veronelli rifiutava qualsiasi tentativo di trasformare la De.Co. in un surrogato dei marchi europei, opponendosi all’introduzione di regolamenti, disciplinari o commissioni che avrebbero snaturato la sua idea.
Definito “buon anarchico”, non poteva accettare lacci e lacciuoli burocratici che limitassero la libertà e l’autonomia delle comunità locali.


La “cassetta degli attrezzi” e i fraintendimenti

Negli anni, alcuni Comuni hanno erroneamente applicato alla De.Co. strumenti tipici di altri marchi di tutela (disciplinari, consorzi, regolamenti), creando confusione e talvolta ridicolizzando l’intuizione veronelliana.

Questi errori sono imputabili a:

  • ignoranza o mancata conoscenza della natura delle De.Co.;
  • interessi economici, con la vendita di pacchetti burocratici ai Comuni;
  • mala fede, con la volontà di trasformare la De.Co. in un marchio concorrenziale per alimentare confusione nel consumatore

È invece fondamentale rispettare il principio di fondo: ogni strumento deve adottare la propria “cassetta degli attrezzi”. Confondere le funzioni significa compromettere la credibilità e l’efficacia dell’iniziativa.


Prodotti tipici e prodotti identitari

Una corretta distinzione è essenziale:

  • i prodotti tipici sono quelli regolamentati dall’Unione Europea (DOP, IGP, STG), con disciplinari, consorzi e sistemi di controllo;
  • i prodotti identitari sono invece legati a un borgo o a una comunità, narrano storie, leggende, saperi e tradizioni.

Il valore della De.Co. risiede nel Genius Loci, non nella mera commercializzazione. Senza storia e identità, un prodotto resta soltanto “tipico”, privo di anima.


La posizione   del MIPAF

 
Il MIPAF, dal canto suo, ha più volte richiamato i Comuni a non burocratizzare le De.Co., ribadendo la loro natura originaria: atto politico di identità, non marchio concorrenziale.


I Borghi Genius Loci De.Co.

L’esperienza più avanzata è rappresentata dalla Rete Nazionale dei Borghi Genius Loci De.Co.,  
Essa ha ampliato la prospettiva delle De.Co., trasformandole da semplici elenchi di prodotti tipici in veri giacimenti elaio-enogastronomici e culturali.

In questo modello:

  • il territorio viene raccontato nella sua interezza (paesaggi, feste, tradizioni, artigianato, narrazioni);
  • le scuole e le associazioni diventano protagoniste della trasmissione del sapere;
  • la De.Co. si configura come un laboratorio culturale e sociale, strumento di educazione all’identità e di sviluppo locale e di conseguenza attrattore turistico

Conclusioni

Le due visioni di De.Co. possono convivere, a condizione che si:

  • riconosca la paternità dell’idea a Luigi Veronelli;
  • eviti di confondere strumenti e funzioni, rispettando la specificità di ciascuno;
  • valorizzi il prodotto identitario come espressione del Genius Loci, e non come marchio burocratico.

I Comuni che hanno compreso questa distinzione stanno costruendo percorsi virtuosi. Alcuni hanno persino annullato in autotutela delibere precedenti, eccessivamente burocratizzate, recuperando lo spirito originario di Veronelli.

Il modello dei Borghi Genius Loci De.Co. dimostra che la visione veronelliana non solo è attuale, ma rappresenta oggi una delle strade più efficaci per difendere e promuovere l’identità territoriale in un’epoca di globalizzazione.


 

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